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Io lei e l'altro

Otto anni di gnappo

Ecco, mi riduco sempre a orari improbabili a scrivere per ricordare qui il tuo compleanno.

Che senza di te questo spazio non ci sarebbe.

Che senza di te non avrei mai iniziato una vita da papà.

Che senza di te non sarei quello che sono.

Meglio? Peggio?

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Errore di procedura

cascateStavamo quasi per spegnere la luce. Quando Anna ha avuto un flash. Uno sprazzo di lucidità improvvisa. Capita, forse, durante la gravidanza, quando il cervello femminile è in balìa degli ormoni. Poteva comunque capitare a tutti, anche se lei non è nuova a questi blackout mentali, come quella volta in cui a momenti mi incendia la casa.

Avevo già messo a letto il gnappo da almeno mezz’ora (adesso io e lui siamo nella fase idilliaca, vuole più me che la mamma, non so quanto durerà). Prima di addormentarsi continuava a girarsi. Ma non mi erano venuti particolari sospetti, visto che lui di solito è sempre sull’agitato. Le operazioni di lavaggio denti e messa del pigiama erano state fatte dalla mia dolce metà, come ogni sera. Quindi non c’era nulla di strano.

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La contraerea

contraereaDopo la corsa a ostacoli mi sto impegnando in una nuova disciplina sportiva notturna: l’acchiappo del nano prima che arrivi nel lettone.

Il gnappo da un po’ di giorni ha iniziato a scendere dal letto durante i suoi risvegli notturni. Dopo che gli abbiamo messo la spondina è libero di saltare giù e brancolare nel semibuio della casa. E lo ha imparato fin troppo bene.

Succede anche quando cerchiamo di farlo addormentare (con pratiche che durano dalla mezz’ora all’ora buona) salta giù, piagnucola e si mette sulla porta della sua camera. Chiama la mamma e aspetta che qualcuno lo vada a prendere. Visto che di solito Anna si impegna (senza successo) nell’inutile tentativo di addormentamento, quel qualcuno sono io. E anche ieri l’ho preso per mano e l’ho riportato nel suo lettino. Non oppone resistenza perché è già mezzo rincoglionito dal sonno e dalla stanchezza.

Le pratiche addormentatorie così passano a me. Di solito dopo una “Fiera dell’Est” e qualche carezzina funzionano. Ma solo perché “il grosso” se l’è smazzato prima la mia dolce metà.

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Il complesso di Edipo

complesso di edipo“Vuoi più bene al papà o alla mamma” è una domanda che non si dovrebbe fare. Ma io me ne frego e al gnappo l’ho fatta lo stesso. La risposta è venuta da sé. E il prescelto non ero io, giustamente.

In questo periodo Momo ha il rifiuto del papà. Nell’ordine io non posso: baciare la mamma, baciare lui, chiedergli un bacino, contraddirlo. Posso solo giocare. Per giocare il papà va sempre bene. Ma siccome io sono bastardo inside, la mamma cerco di baciarla lo stesso e muoio dal ridere nel vedere lui che mi sposta la faccia con la mano.

A volte sbaglio, tipo quando parte la sfilza infinita di “è mio!”, “no è mio!”, “è mio!”, “no è mio!”. Ma anch’io mi potrò divertire in qualche modo no?!

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I micro bulli da parchetto e il gnappo punching ball

signora dumboIeri per la prima volta mi sono sentito come la signora Jumbo quando le prendono in giro il piccolo elefantino. Non mi reputo un papà ansioso (almeno non eccessivamente) né tantomeno iperprotettivo. Ma quando vedo che gli altri bambini picchiano (senza motivo) il gnappo, mi va il sangue al cervello.

Scena: parchetto, esterno pomeriggio.

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Romagna family friendly, le nostre vacanze 2014

gioco spiaggia papà figlioAlla fine l’abbiamo sfangata anche quest’anno. A parte la mammite del gnappo in crescita, tre mezze giornate di pioggia, e una pancia (la mia, non quella di Anna) che sembra quella di Bud Spencer, le nostre vacanze 2014 sono andate bene.

Io parto sempre un po’ prevenuto, rogno un po’ all’inizio, ma poi alla fine mi diverto. Anche se comunque il ritorno alla routine non mi pesa più di tanto. In fondo vivo in vacanza da una vita, come cantava Irene Grandi.

Quest’anno la destinazione balneare è ricaduta su Gabicce Mare. Hotel un po’ sgrauso ma dove si mangia bene. Pensione completa, lettini e ombrellone inclusi. Spiaggia a due passi. Clima fresco, mare dell’Adriatico (non come quello delle Maldive, ma ce lo facciamo bastare), un sacco di giochi e attività per i bambini.

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Mammite acuta e anarkia totale

mammite acutaMamma, mamma, mamma, mamma, mamma e mamma. E poi ancora: mamma, mamma, mamma. Ho dimenticato qualcuno? Ah sì, la mamma. Il gnappo è in piena fase di mammite acuta. Ma non solo: tutte le precedenti fasi, nei suoi terrible two, si stanno sovrapponendo. Vi ricordate la fase no? Quella ovviamente c’è ancora. E la fase schiaffi + morsi? Anche quella è rimasta e non accenna minimamente a diminuire. Per non parlare poi della sindrome da abbandono. Figuriamoci, adesso è a livelli esponenziali. Si è aggiunta anche la fase “mio”, anzi “mia”. E’ tutto suo, al grido di “èèè a miaaaa!!”.

Nelle scorse settimane, più o meno da quando abbiamo iniziato le vacanze, si è aggiunta una potentissima mammite. Momo non riesce a staccarsi da Anna per più di mezz’ora. Devastante. Neanche stiamo giocando io e lui a palla e ci stiamo divertendo un mondo. Una volta si è fermato di colpo, gli è venuta in mente la mamma e voleva andare da lei.

Io una teoria ce l’ho.

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Vacanze da papà e le 10 cose da fare

vacanza da papàDa oggi sono ufficialmente in vacanza. Continuerò a lavorare fino a fine luglio, ma come ogni anni, da due anni a questa parte, ho imbarcato Anna e il gnappo per una settimana di mare con i nonni. Io li raggiungerò ad agosto, per farmene un’altra (sempre di mare, ma senza i nonni) e poi la seconda in montagna dai miei, altro evergreen.

Per 10 giorni sarò quindi il padrone incontrastato della casa. Posso tenere alzata la tavoletta del water (anche se il riflesso condizionato della forza dell’abitudine è difficile da mandare via…). Ma ci sono anche tante altre cose che posso aggiungere alla to do list. Tipo:

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Le 10 cose in cui mio figlio è più bravo di tutti

mio figlio è il miglioreE’ vero, i figli andrebbero incoraggiati, motivati, dando loro fin da piccoli la giusta autostima. Se fanno una cosa giusta è giusto applaudirli. Mai colpevolizzarli invece per un insuccesso.

Io cerco di sostenere il gnappo, di tifare per lui. Non so però se lo faccio abbastanza e nel modo giusto. Di solito la prendiamo con ironia. Di sicuro non siamo i genitori che dicono: “Mio figlio è bravissimo a fare questo, quello e quell’altro”. Perché genitori così ci sono. Quelli per i quali il proprio nano è da premio Nobel già a due anni. Il migliore in tutto.

Non so, forse sbagliamo noi a rimanere troppo con i piedi per terra. A non farci troppi film. Ad alzare un sopracciglio quando il gnappo fa il birichino e a non dirgli sempre: “Uh che bello, uh che bravo”. Perché lui, come tutti, ha già i suoi piccoli difetti. Ma ha anche i suoi pregi. E credo sia giusto ogni tanto riconoscerli.

Ho pensato quindi alle cose in cui Momo, a due anni e mezzo, è imbattibile. Quelle in cui è “il più bravo di tutti”, o almeno quelle che gli riescono davvero bene. Ne ho trovate 10.

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Ancora risvegli, ma lui è sempre in forma

duracell suppostaIl gnappo ha una strategia per rimanere figlio unico: vuole eliminarci fisicamente. Forse ha intuito che non resterà a lungo il reuccio di casa e, prima di attentare alla salute del fratellino dopo la sua nascita, cerca di risolvere il problema alla radice. Via il dente (cioè i genitori) via il dolore.

Veniamo da una serie di notti con infiniti risvegli. Se prima la scusa erano i molari da mettere (sbavava come un cammello con pozzanghere di bava sul pavimento in ogni dove), adesso il motivo ci è ignoto: non c’è caldo, non c’è freddo, i denti dovrebbero essere a posto, di giorno è sereno come una Pasqua (tranne durante i suoi scleri quando gli si dice no). Insomma, di notte non trova ancora pace, e noi con lui.

Chiama la mamma. Di continuo: “Mammaaaaaa, mammaaaaaa!!”. E va avanti così fino a quando non si addormenta. Poi si sveglia e la richiama. A volte dice anche “no”. “Nooo! noooo!”, nel cuore della notte. Forse sogna, anche perché se gli parli non è proprio sveglio. L’unico modo che ho per calmarlo è dargli l’acqua quando la vuole (per farlo bere, non in faccia per svegliarlo), dargli la mano o accarezzarlo.

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Parole, parole, parole: le sue prime paroline

parole parole paroleIl gnappo, a due anni e mezzo suonati, sta cominciando a vincere la sua proverbiale pigrizia e ha imparato qualche nuova parola. Non parla, ci mancherebbe, ma il suo vocabolario pian piano si sta espandendo sempre di più. A volte servirebbe un traduttore simultaneo per versi incomprensibili che escono dalla sua bocca. Interpretarli è inutile, meglio andare con un elenco di cose papabili per capire quello che ci vuole dire.

Iniziamo dal nome. Il gnappo si chiama Momo. Lui è Momo. Ci sono la mamma, il papà e Momo. Ogni tanto ci chiama tutti insieme, noi e lui. Io provo a spiegargli che ci dovrebbe chiamare anche genitore 1 e genitore 2, ma non sembra funzionare, almeno per adesso.

Altre parole che dice bene sono i nomi dei suoi amici: Lollo e Colò (Nicolò). Chiama perfettamente i “nonni” (sia nonno che nonna), mentre il suo peluche Sullivan (quello di Monster & Co.) è “Nan”. Saetta (McQueen, quello di Cars, l’altro suo cartone preferito) è “Taetta” e Shrek invece diventa “Srek”.

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Lotta continua

lotta continuaIngestibile. Il gnappo sta diventando abbastanza ingestibile. Saranno i terrible half past two, ma secondo me da quando gli abbiamo tolto il pannolino. ha fatto uno scatto di crescita che neanche Ussain Bolt nei 100 metri. E’ cambiato. Ma di brutto e in poco tempo. E’ cresciuto in tutto: fa capriole, salti, saltelli, corse all’impazzata, di tutto e di più, basta non stare mai fermo. E più dinamico, meno impacciato. Ha l’argento vivo addosso. E poi ha caricato nuove espressioni, sempre più birichine, anche da stronzetto. Ci piglia in giro spesso e volentieri. Di già.

Ormai non ci ascolta già più. Mentre gli spieghi le cose, lui disconnette il cervello. Si vede che anche le sue scimmie sono cresciute e fanno più casino là dentro. Si è invivacito di brutto. Diventando sempre più un balosso, un brighella, un taramasso, uno scugnizzo, o come volete chiamarlo. Il concetto è che è molto, ma molto più impegnativo.

Ovviamente dopo una settimana dai nonni con Anna diventa difficile riportarlo in carreggiata. L’anarchia dilaga. Bisognerebbe introdurre la legge marziale in casa, non lasciargli più spazi di manovra, lotta dura senza paura. Ma come si fa…