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Io lei e l'altro

Un adolescente in casa

adolescente libroQueste giovani generazioni (bello parlare come i vecchi ogni tanto…) arrivano all’adolescenza presto. Troppo presto. Il gnappo ci sta entrando adesso, ai 2 anni compiuti da poco. Per la prima volta ieri, durante uno degli infiniti capricci, è andato da solo in camera sua.

Era pronto in tavola. Io e Anna ci sediamo e lui non vuole venire. Vuole continuare a giocare sul tappeto. Dopo innumerevoli “vieni”, “c’è pronto”, “uh che buona la pappa!”, “adesso si mangia” ecc. il nano ha preso su e se n’è andato.

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I terrible two si avvicinano

ciuchinoE’ arrivata una nuova cazziata dall’asilo. Perché il gnappo sembra essere sempre più mulo. Le ultime sono: “Non mette a posto i giochi e non mangia da solo”. Perfetto, la tecnica del gambero è tornata in azione. Ora, a me viene anche un po’ da ridere per non piangere. Perché se già all’asilo le maestre cominciano a dire che non va bene, immagino alle elementari e alle medie. Il buongiorno si vede dal mattino.

Adesso ogni volta che vado a prenderlo all’asilo c’ho un po’ di patema. “Avrà fatto il bravo oggi?”, mi chiedo tra me e me. E incrocio le dita. Sì perché non è una bella sensazione andare a prenderlo e sentirti dire dalla maestra: “Tuo figlio non fa niente”. E mentre te lo stanno dicendo, lui fa lo gnorri e cerca di buttarsi tra le tue braccia. Annamo bene!

Così, un povero papà, esce dalla porta, in un pomeriggio qualsiasi, annichilito, con le orecchie basse e con la promessa: “Ci lavoreremo anche a casa, adesso gli faremo mettere a posto i giocattoli e lo faremo mangiare da solo”. Fosse facile. Meno male che dopo l’asilo c’è il parchetto. Per dimenticare la cazziata l’ho subito sguinzagliato e me lo sono sbaciucchiato un po’ mentre gli davo la merenda sulla solita panchina: un bicchiere di latte e una banana.

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Risvegli notturni, la corsa a ostacoli

corsa a ostacoliOgni volta che mi azzardo a dire che il gnappo adesso dorme di più rispetto a prima, lui, per dispetto, ci tiene svegli. L’altra sera ha fatto un ottimo 1.30, 2.30, 3.30, 6.15, 7.30. Non male per rompere il sonno (e le scatole) a due genitori perennemente in credito con il vecchio Morfeo.

Di solito io mi alzo l’80% delle volte. Anna il 20. Per fortuna che da quando abbiamo cambiato casa lei si è messa vicino alla porta dicendomi: “Sto da questa parte del lettone così quando mi devo alzare di notte sono più vicina alla camera del gnappo”. Grazie al caz. Se poi non ti alzi che cosa ti ci sei messa a fare? Che poi a me, di notte – come un ninja, al buio, con la sola luce del cellulare – tocca pure fare una cosa a ostacoli.

Il primo è trovare le ciabatte. Si infilano sempre sotto il letto o chissà dove. Trovate le ciabatte devo stare attento a schivare lo stendino dei panni perennemente ad asciugare in camera nostra. Come dice La Chiari, non si sa mai che non si asciughino bene, meglio tenerli lì per giorni e giorni.

A volte lo stendino è aperto a tutta lunghezza con le due braccia aperte e il passaggio tra lui e il mio letto è talmente stretto che devo quasi tirare in dentro la pancia per non urtarlo e non farlo cadere, svegliando mezzo mondo.

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Raffreddore, pianti ed evoluzioni varie

Gnappo raffreddato e smocciolante. Per la terza (o quarta volta) in pochi mesi. Per fortuna non ha la febbre, almeno per ora. Notte abbastanza travagliata. Fino alle 3 continui risvegli, con botte di pianto perché col ciuccio in bocca non riusciva a respirare. Povero.

Al terzo risveglio ho fatto scattare la pratica brandina messa vicino al suo lettino. Poi, dopo il sesto o settimo risveglio (uno ogni venti minuti più o meno) gli ho sparato due litri di fisiologica nel naso. Pianto disperato, ma poi si è subito riaddormentato, tirando fino alla mattina.

La mia sveglia è suonata alle 7. Glom. Quando stamattina l’ho visto dormire beato nel lettino (il ciuccio l’aveva sputato) per la prima volta ho visto una novità: non so come ma il nano è riuscito ad aprire gli automatici in fondo al pigiama e a rimanere con le gambe tutte scoperte. Chissà, forse avrà sognato di essere in Full Monty. Prima di uscire gli ho messo sopra la coperta per non svegliarlo.

Chissà, forse aveva caldo. E’ sempre una sorpresa vedere quali evoluzioni ha fatto nel suo lettino.

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Pensieri di un papà

Il nostro primo sculaccino

Sapevo che prima o poi il momento sarebbe arrivato. Quello del primo sculaccione (anzi, in questo caso si è trattato di un vero e proprio mini-sculaccino). E, nonostante la minima potenza e  il pannolino di protezione, solo il gesto e l’intenzione hanno comunque sortito il loro effetto: lacrimuccia immediata e pianto a dirotto.

Alla pacchetta siamo arrivati una volta tornati dall’asilo. Il gnappo era abbastanza stanco e come al solito giocava sul suo tappeto. Visto che quando torna è sempre assetato gli ho dato la sua acqua. Solo che invece di bere ci giocava: si metteva in bocca l’acqua e poi la sputava. Lo fa spesso ultimamente. Così gliel’ho tolta, ma lui, non contento, si è messo a urlare come quando vuole una cosa. Allora gliel’ho ridata e lui me l’ha spinta via in malo modo. Ritento una seconda volta con calma. Lui a quel punto sclera e si mette a piangere e urlare (senza lacrime).

Così la pazienza l’ho persa io. Con sguardo serio e alzando un po’ la voce gli ho dato una mini-pacca sul pannolino. Il rumore e il gesto lo hanno subito fatto piangere ancora più di prima, questa volta con una lacrimina (segno inequivocabile che almeno sta piangendo per qualcosa). Il rumore è stato efficace, un po’ come quando si usa il giornale sui cani (non ho mai avuto un cane, l’ho solo sentito dire).

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Sorrisi e pianti, guarda come riesco a farmi viziare

Il gnappo ha già capito che nella vita, con un sorriso, si ottengono molte più cose che non con un pianto. E’ un vero ruffianello. Lo sappiamo noi e lo sanno le maestre del nido. Lo sanno anche i nonni, tranne mia mamma ovviamente, che pensa che il suo adorato nipotino sia sempre e comunque il bambino più bello e bravo del mondo.

Quando è fuori casa si trasforma. Diventa un angioletto. Sorride a tutti, guarda il mondo incuriosito, addirittura quando è in mezzo alla gente cambia un po’ lo sguardo per sembrare ancora più bravo. Non che non lo sia per carità. Ma in casa con noi è come è: un viziatone. Così come con le maestre dalle quali addirittura sta riuscendo a farsi viziare.

All’asilo è uno dei più piccoli. Se viene lasciato da solo con gli altri bimbi piange. Così le maestre se lo devono sempre tirare dietro e prenderlo in braccio. Lui sa già anche quale maestra è più materna e quale più severa. E con la seconda ovviamente fa il bravo, con la prima ci gioca dentro. Lo stronzetto.

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Chi è che dorme nel mio letto?

Credo che il gnappo abbia un sensore interno per piangere di notte non appena io entro nella fase Rem. E’ successo ieri, così come tante altre volte. Il raggiungimento notturno della sua camera nel rincoglionimento più totale potrebbe benissimo essere una delle prove di “Giochi senza frontiere” o dei percorsi di “Mai dire Banzai”. La difficoltà più o meno è la stessa.

L’altra notte (saranno state le 5 del mattino) c’è stata poi un’altra bellissima scena in camera nostra. Da sonnambulo ho cercato, nel buio e nel sonno più totale, di prendere in braccio Anna. Forse stavo sognando e pensavo che nel lettone ci fosse il gnappo e che andasse portato in camera sua (ormai gli abbiamo dato il brutto vizio di portarlo nel lettone verso le 7 per farlo dormire ancora per un’oretta).

Senza rendermene conto mi sono inginocchiato sul letto e ho provato a prenderla da sotto le gambe per sollevarla. Con forza, ma senza riuscirci.

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Mi lasci? Ti seguo! Ecco la sindrome da abbandono

Dopo una settimana di inserimento al nido il gnappo sta realizzando che tutti i giorni a una certa ora lo portiamo in quel posto grande pieno di giochi e bambini, con le pareti colorate e quelle cose strane davanti ai termosifoni.

Ha capito che lo sgnacchiamo lì per circa 5 ore al giorno e che in quelle 5 ore noi ce ne andiamo a fare altro. Spero abbia realizzato anche che ogni giorno poi lo andiamo anche a riprendere e che non abbiamo intenzioni di farlo dormire lì, tra quelle pareti colorate.

Lo spero perché è da un paio di giorni che presenta i sintomi della classica “sindrome d’abbandono”. Ieri ad esempio, cosa mai vista, al nido ha pianto disperato tutto il pomeriggio calmandosi solo quando le maestre lo prendevano in braccio o cagavano solo lui (cosa impossibile avendo altri marmocchi smocciolanti a cui badare).

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Una litigatina prima delle vacanze ci sta sempre

Ieri il gnappo ha fatto una tiratona di sonno fino alle 5 di mattina. Miracolo. Ma io alle 2 ero già sveglio, preoccupato perché ancora non aveva pianto neanche una volta. Ansia? Abitudine a svegliarsi sempre?

Poi mi sono rigirato nel letto fin verso le 6. Anna alle 5 si è svegliata, preoccupata anche lei perché non aveva ancora sentito neanche una frignatina. Poi finalmente lui si sveglia. In lacrime come sempre. Poppatina. Poi si sveglia ancora un paio di volte. Così mi alzo io che ancora non ero riuscito a prendere sonno. Anna non fa in tempo a sentirlo.

Alle 8 abbiamo il pupo nel lettone sveglio come un grillo che dà calci e manate. Anna vorrebbe che mi alzassi io con lui e la lasciassi dormire un po’. (Io avevo la sveglia alle 9 ndr). Le dico della mia notte travagliata, mi giro dall’altra parte e faccio alzare lei. Poi piccola discussione mattutina:

“Tu non ti alzi mai con lui!”. Io: “Minkia ma proprio oggi che non ho dormito una cippa?“.

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Due fantasmi si aggirano per casa

Due fantasmi si aggirano di notte per casa. Si muovono scalzi, in silenzio, brancolando nel buio, non appena odono un pianto disperato provenire dalla camera accanto.

I due, in ordine sparso, ancora addormentati, si buttano giù dal letto e camminano verso l’altra stanza, facendo attenzione a non sbattere contro la porta.

Ogni tanto accade l’imprevisto. Il fantasma femmina non si accorge che il fantasma maschio si è già alzato ed è già andato nella camera della disperazione. Così, quando arriva e vede il primo fantasma, in piedi, nella penombra, vicino al lettino di chi non ha pace, lancia un urlo. Il primo fantasma non accorgendosi dei passi e vedendo nel buio comparire all’improvviso il secondo fantasma, si spaventa e lancia un urlo a distanza ravvicinata.

I due, dopo il reciproco e tremendo spavento, scoppiano a ridere. Tornano a letto con le lacrime agli occhi. E si riaddormentano, con il sorriso sulle labbra, pensando a quanto sono deficienti. E ogni volta che si spaventano a vicenda, è come se fosse la prima volta. Succede spesso, di notte, ai due fantasmi che si aggirano per casa.

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Quando la famiglia è in vacanza e le ronfate da competizione

Era da tempo che non mi facevo una dormita così. Forse da quando vivevo nella camera singola nella casa condivisa con i miei coinquilini. Praticamente, senza dovermi svegliare per il gnappo che piange o che al mattino urla di gioia, mi sono fatto una ronfata da competizione. La settimana al mare del resto della famiglia è una piccola vacanza anche per me, nonostante le mie ferie dal lavoro siano ancora lontane.

Purtroppo non è così per Anna. Il pupo, in stanza d’albergo con lei, sarà per il cambiamento di lettino, sarà per l’agitazione di essere al mare, si sveglia ancora almeno 4 o 5 volte per notte quando va bene. Così anche in vacanza, Anna dorme male.

Questi risvegli notturni andranno risolti quando torneranno a casa. In sei mesi, il gnappo è partito decisamente bene, con punte di lunghe dormite notturne tra il secondo e terzo mese, e poi un improvviso peggioramento, dovuto a chissà cosa. Ora si sveglia spesso, piange, a volte perché perde il ciuccio, altre volte perché si gira nel lettino e non riesce a rimettersi nella posizione che gli piace, altre volte per motivi a noi ignoti. Brutti sogni? Fame? Caldo? Vai a saperlo…

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Un vero maestro di mestolino

Mestolino [me-sto-lì-no] s.m. Dim. di méstolo ‖ Fare il mestolino, dei bambini quando, sul punto di piangere, contraggono i muscoli del viso sporgendo le labbra e appiattendo il mento.

Il gnappo è un vero maestro di mestolino (o mescolino come dice Anna). Mestola spesso, di solito quando vuole essere preso in braccio, oppure quando vede qualcuno che non conosce. Ultimamente sta succedendo anche quando vede i nonni. Loro sono in estasi appena lo vedono e lui lì per lì, invece che un sorriso vero sgancia il sorriso al contrario, come una perfetta emoticons  🙁  Poi Anna lo prende in braccio, lo consola un po’ e allora possono scattare i sorrisini.

E’ incredibile la velocità con cui passa dalla modalità mestolo  🙁  alla modalità sorrisino.  🙂  Tra l’altro è veramente un mestolino perfetto. Gli angoli della bocca sono talmente giù che più non si può (questa foto non rende giustizia), le labbra si contraggono, il tempo di farle tremare un po’ (giusto quei 2 o 3 secondi) e se non lo prendi in braccio inizia a piangere. Infingardo.