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Noi quattro

La rivolta delle macchine

charlie chaplin tempi moderniQuesta è una di quelle giornate in cui sarei volentieri rimasto a letto. In due notti avrò dormito sì e no sei ore. Non tanto per Tatteo che si fa le sue tre poppate notturne ma almeno non piange. Lui sgrufola. Fa versi tipo cinghiale. L’altra sera, tornando a casa tardi, li ho beccati a letto che dormivano.

Anna stravolta con una tetta ancora al vento e lui di fianco, nel mondo dei sogni, con il suo capezzolo in bocca a mo’ di ciuccio. Ah, che felicità.

Ma alla mattina mi hanno buttato giù dal letto troppo presto i montatori di mobili. Che hanno portato la cameretta del gnappo. Peccato che l’abbiano montata a metà.

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Tagliamoci le vene

Insonnia, la giornata degli zombie

cinghialeDue ore di sonno, forse meno. E la giornata è ancora lunga. E non so come tenere aperti gli occhi. Ormai solo la rassegnazione e l’assenza di turbamento mi fanno evitare di dare testate contro il muro. L’atarrassia si è impossessata di me. Perché capita, ogni tanto di non dormire. Il perché è presto detto. Siamo andati a cena fuori. E quando vado a cena fuori, di solito non dormo mai bene. Il ristorante era ottimo per festeggiare il nostro anniversario. Un antipasto e un risotto. Più un morellino di scansano in due che non abbiamo neanche finito. Non siamo più gli sbevazzoni di una volta. Il dolce lo abbiamo saltato.

Siamo usciti di casa alle 8.45. Ci mettiamo sempre una vita a prepararci. Ma dopo un paio d’ore al massimo eravamo già di ritorno. Il gnappo alle 11 era a letto. E con i ritmi vacanzieri, visto che l’asilo non è ancora iniziato, è nella media estiva. Al mare andava a letto anche più tardi. La luce in camera l’abbiamo spenta che sarà stata mezzanotte e venti. Ma per addormentarmi ci ho messo un po’. Gira che ti rigira nel letto. Avevo mangiato di più del solito, è normale. C’era il cinghiale della pubblicità che si era messo sopra la pancia. Boh, sarà passata un’ora, forse un’ora e mezza. Non riesco mai a calcolare il tempo che passa quando non prendo sonno. L’unica sarebbe guardare l’orologio del cellulare. Ma evito, sarebbe peggio. Mi metto il cuore in pace. Cerco di non pensare. E aspetto Morfeo. Che arriva esattamente con il primo risveglio del gnappo.

Le 2:34. Mi alzo, vado in camera sua. Gli do da bere e visto che mi dovevo alzare alle 7 mi metto direttamente con la brandina in camera sua. Per evitare di fare avanti e indietro tra le due camere. Riprendere il sonno non è facile. Mi ci vuole sempre un po’. Col gnappo che fa casino (ronfa e sgrufola come il cucciolo del cinghiale che avevo sulla pancia) l’impresa si complica.  E se poi ci penso, ancora di più. Comunque lui alle 3 e mezza lui si risveglia, in un pianto disperato. Per calmarlo è bastato uno shhhh, forse accompagnato da una carezza sulla schiena. Non ricordo.

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Pensieri di un papà

Elogio della routine, dopo le vacanze finite

simpson divanoPacchia finita. Oggi torna la combriccola. Per la prima volta in un mese e mezzo, ho dovuto rifare il letto. Giusto per far trovare la casa ad Anna un minimo presentabile. Tanto poi le lenzuola andranno cambiate. Il cambio delle lenzuola è una delle cose che odio di più fare, più che pulire i pavimenti, ma meno che stirare o pulire il bagno. Per lo stiro ci pensa la gravità, per il bagno la mia dolce metà. Le mie valigie le ho disfatte una settimana fa. I miei vestiti me li sono lavati e piegati. Ho lasciato da lavare gli asciugamani e le lenzuola del mare (che voleranno in tempo zero nell’oblò della lavatrice insieme a quelle matrimoniali che non ho cambiato stamattina). Per il resto la casa è abbastanza a posto, ho anche portato giù la spazzatura. Nel frigo c’è l’eco, ma aspetto che mi mandi la lista della spesa via mail per andare a farla.

Ok, lo ammetto. Non vedo l’ora di vederli. Anche se stavolta siamo stati lontani solo una settimana. Però, unite alle due di metà luglio, fanno tre in tutto nell’ultimo mese e mezzo. Ho anche voglia di un po’ di routine. Perché in queste tre settimane da solo, tra cene sul divano davanti alla tv, casa-lavoro lavoro-casa, aprire la porta e non trovare nessuno che ti aspetta, non è che mi sia troppo divertito. Mi è passata sì e sono anche stato bene. Ma divertirsi è un’altra cosa. Condividere le cose è un’altra cosa.

Pensavo che stando in casa da solo avrei recuperare un po’ di sonno arretrato. Macché. Ormai sono talmente tanto abituato a dormire con Anna e a svegliarmi più volte per il gnappo che riabituarmi a dormire tutta la notte di fila non è stato semplice. Neanche l’addormentarmi dopo aver spento la luce dell’abat-jour è stato troppo semplice. Perché è più bello darsi la buonanotte, con bacio annesso. E’ anche rilassante. Meglio di una camomilla. Così come andare a vedere il gnappo che dorme beatamente nel suo lettino. Prima dei suoi n-risvegli. Però, se ti svegli perché lui piange, almeno dai un senso alla stanchezza. Se invece non dormi da solo, nel silenzio più totale, ti arrabbi pure. E dormi ancora meno.

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Io lei e l'altro

La sveglia del week end

week endCinque giorni più due. Così è fatta la settimana. Nei cinque giorni di solito si va al lavoro, chi studia va a scuola, i nani vanno all’asilo. Nel week end il mondo si riposa. In teoria. Anche la settimana del gnappo è già scandita così. Da quando lo abbiamo mandato al nido. E credo che la sua settimana sarà scandita così a lungo, da adesso fino alla pensione  a quando potrà lavorare. Questa settimana finalmente andrà in vacanza al mare con Anna e i nonni. Questa quindi è la sua ultima settimana di asilo. Poi se ne riparla a settembre. Si fa un mese e mezzo di ferie, anche poco per la sua età. Ma c’est la vie.

Una delle sue maestre ci ha cazziati perché lo mandiamo a letto troppo tardi. Un mesetto fa Anna era andata a cena con le mamme dei bimbi dell’asilo e le maestre. Cena tra donne. Parlando del più e del meno salta fuori il discorso sonno. “A che ora lo mandate a letto?”, ci chiede Giada, la maestra del gnappo. “Mah, di solito verso le 10 – 10.30”, risponde Anna. “Ma siete matti? I bambini alle 9 devono essere a letto!”. Ops.

Anna mi riferisce la cazziata. Ne parliamo. Il fatto è che noi non ceniamo con le galline. Il gnappo mangia verso le 7 – 7 e mezza. Poi ceniamo noi. Poi due chiacchiere, un po’ di giochi (io spesso torno a casa alle 9 di sera e me lo vorrei spupazzare almeno una mezz’oretta…), pannolino, pigiama, due coccole sul lettone e tocca il materasso del suo lettino più o meno verso le 10. Poi il tempo per addormentarsi (che va dai 5 ai 25 minuti) e il nanetto è sistemato. Al mattino la sveglia è alle 8. E alle 9, dopo una veloce corsa sul passeggino, è all’asilo. Ma per svegliarlo ci vogliono le cannonate.

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Raffreddore, pianti ed evoluzioni varie

Gnappo raffreddato e smocciolante. Per la terza (o quarta volta) in pochi mesi. Per fortuna non ha la febbre, almeno per ora. Notte abbastanza travagliata. Fino alle 3 continui risvegli, con botte di pianto perché col ciuccio in bocca non riusciva a respirare. Povero.

Al terzo risveglio ho fatto scattare la pratica brandina messa vicino al suo lettino. Poi, dopo il sesto o settimo risveglio (uno ogni venti minuti più o meno) gli ho sparato due litri di fisiologica nel naso. Pianto disperato, ma poi si è subito riaddormentato, tirando fino alla mattina.

La mia sveglia è suonata alle 7. Glom. Quando stamattina l’ho visto dormire beato nel lettino (il ciuccio l’aveva sputato) per la prima volta ho visto una novità: non so come ma il nano è riuscito ad aprire gli automatici in fondo al pigiama e a rimanere con le gambe tutte scoperte. Chissà, forse avrà sognato di essere in Full Monty. Prima di uscire gli ho messo sopra la coperta per non svegliarlo.

Chissà, forse aveva caldo. E’ sempre una sorpresa vedere quali evoluzioni ha fatto nel suo lettino.

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La magia di far scomparire il ciuccio

Altro dente altro regalo. E altra notte semi-insonne. Il bello è che il gnappo ci illude. Due notti fa, ad esempio, ha fatto una super tiratona dalle 10 di sera fino alle 8 di mattina. Ovviamente, visti i precedenti, non abbiamo cantato vittoria. E infatti: ieri dalle 2 e mezza in poi è stato un continuo di risvegli e pianti. Dopo la seconda alzata dal letto ho fatto scattare la “pratica brandina” (tra l’altro ho sentito che pure la signorina Rottermaier aka tataLucia la approva, evvai).

Ma la mia vicinanza fisica al suo lettino e la prontezza a far scattare il braccio per cullarlo al primo uè non sono servite. Ho provato anche a mettergli sulle gengive un po’ di Dentinale. Niente. Tra l’altro mi viene sempre il dubbio che siano davvero i denti… Le gengive stamattina sembravano intatte. Di denti gliene sono finora spuntati solo due in basso. Ce ne sono altri 26 (più i 4 del giudizio, ma quando sarà il momento saranno fatti suoi).

Alle 8, stremato, mi alzo. Lui come sempre si sveglia in lacrime. Io provo a fargli tirare ancora una mezz’ora con il ciuccio (di solito funziona). Sì, ma dov’è il ciuccio? Il gnappo è più bravo del mago Silvan e Houdini messi insieme e riesce a farlo sparire in una mossa: sputandolo. Lo imbosca talmente tanto bene (tra il materasso e le sponde, sotto il suo collo, immerso tra le coperte, per terra…) che per trovarlo servirebbe un cane da tartufo.

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Una litigatina prima delle vacanze ci sta sempre

Ieri il gnappo ha fatto una tiratona di sonno fino alle 5 di mattina. Miracolo. Ma io alle 2 ero già sveglio, preoccupato perché ancora non aveva pianto neanche una volta. Ansia? Abitudine a svegliarsi sempre?

Poi mi sono rigirato nel letto fin verso le 6. Anna alle 5 si è svegliata, preoccupata anche lei perché non aveva ancora sentito neanche una frignatina. Poi finalmente lui si sveglia. In lacrime come sempre. Poppatina. Poi si sveglia ancora un paio di volte. Così mi alzo io che ancora non ero riuscito a prendere sonno. Anna non fa in tempo a sentirlo.

Alle 8 abbiamo il pupo nel lettone sveglio come un grillo che dà calci e manate. Anna vorrebbe che mi alzassi io con lui e la lasciassi dormire un po’. (Io avevo la sveglia alle 9 ndr). Le dico della mia notte travagliata, mi giro dall’altra parte e faccio alzare lei. Poi piccola discussione mattutina:

“Tu non ti alzi mai con lui!”. Io: “Minkia ma proprio oggi che non ho dormito una cippa?“.

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Fa caldo e il pupo è in canottiera

In casa c’è ufficialmente caldo. Tanto caldo. Di sicuro molto meno che nella vecchia casa dove a quest’ora ci saremmo ormai sciolti. Ma di notte si fa fatica a dormire. Il condizionatore non l’abbiamo ancora comprato, anche se abbiamo già predisposto i muri. Per ora usiamo un ventilatore per la camera del gnappo (tanto per far girare l’aria) e oggi ne andrò a comprare un altro per camera nostra.

Il pupo di notte suda, si sveglia dalle 3-4 volte in su e le zanzare hanno già cominciato ad assaggiarlo, le stronze. Pungete me piuttosto, maledette, ma non bucate quella pelle morbida nuova di zecca e non mangiate quel sangue fresco fresco pieno di globuli rossi giovani e scattanti!

Così gli ho comprato una zanzariera da lettino. E’ un po’ inquietante perché è un mix tra la sacra Sindone e un feretro, ma dovrebbe funzionare. Il problema è che quando il gnappo si sveglia questo velo va tolto dal lettino e rimesso. Quindi, nel rincoglionimento notturno, la si toglie la prima volta e basta.

La cosa più ridicola è che con il caldo in casa vestiamo il gnappo solo con la canottiera smanicata che fa tanto Vito Catozzo (che per la cronaca la canottiera non se l’è mai messa) o Mago Oronzo. Già tamarro a 5 mesi.

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I tentativi (falliti) con il latte artificiale

Dopo 4 mesi di allattamento al seno, stiamo provando “l’aggiunta” con il latte artificiale. Il tutto perché, dopo aver fatto un esperimento, abbiamo intuito che forse il latte di Anna non bastava più. Il problema è la notte. Invece di dormire di più rispetto ai mesi scorsi (come ci avevano detto tutti: “vedrai che dal terzo mese le notti migliorano!”) il gnappo adesso si sveglia anche due volte per poppare. Al secondo mese da 0 a massimo una.

Così ho pensato andasse migliorata la poppata pre-nanna. Detto fatto, dopo averlo fatto poppare al seno, ho provato a dargli un biberon di latte materno. In un baleno se l’è scolato quasi tutto. Per la cronaca, quella notte, comunque, il pupo si è svegliato lo stesso una volta.

Però, senza saper né leggere né scrivere, siamo tuttavia corsi ai ripari chiamando la pediatra che ci ha consigliato una marca di latte artificiale (ovviamente una delle più costose in giro, l’Aptamil. Te pareva).

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Ho deciso quale sarà il mio epitaffio

Alle 18.03 in coda a una mail Anna mi manda un Sos. “Il gnappo oggi sta mettendo a dura prova la mia pazienza!!”. Dopo essere stato fuori tutto il giorno al lavoro torno a casa verso le nove tutto contento e trovo lui sorridente e lei incazzosa.

“Ha pianto e rotto le scatole tutto il giorno”, è stata la sintesi della loro giornata. Sarà forse il “salto di crescita” dai 3 ai 4 mesi (di cui ingoravo sinceramente l’esistenza), sarà che il gnappo ha fatto da poco una settimana dai nonni vezzeggiato, coccolato e al centro dell’attenzione H24, chissàchesarà, ma sta di fatto che ha bignato all day long. E Anna era abbastanza arrabbiata. Lui, da quanto ho appreso, aveva continuamente fame (gli ha datto anche un mezzo biberon per disperazione), voleva sempre stare in braccio e appena lo metteva giù piangeva.

“Dai non è colpa sua, non te la prendere”, le ho risposto io, preso da sentimenti contrastanti visto che quando sono fuori tutto il giorno torno a casa felice per godermi un po’ quelle faccine che ormai sono una buona parte della tutta (?) la mia vita. “Non sono riuscita a fare niente”, è stata la dura replica di Anna che sta cercando, dopo la fine della maternità, di ricominciare a lavorare un po’ da casa ed è dura senza un minimo di aiuto.

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E arrivarono le colichette… che belli i neonati!

Speravo non sarebbero mai arrivate. “Un 15% di bambini non le ha”, mi diceva Anna. Ci hanno illuso i primi 40 giorni che sono andati alla grande. Speravo che il gnappo appartenesse a quel 15%. Poi, quando meno te l’aspetti, arrivano loro. Le Colichette.

Solo il nome mette paura. Lo si può pronunciare con accento del Nord tipo milanese (ué Africa, sono arrivate le colichètte, taacc) oppure del centro-sud tipo romano (mannaggia alle colichétte).

Notte d’inferno. La prima dopo tanto tempo. Forse una punizione meritata perché io ed A. abbiamo avuto la sfrontatezza di andare a cenare da soli per il suo compleanno lasciando il pupo in casa coi nonni materni.

Sembrava troppo bello per essere vero. Ok, ci vuole sempre un po’ per metterlo a letto. Si svegliava per la poppata notturna ogni 4 o 5 ore. Ma tutto era abbastanza sotto controllo.

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Prima settimana da papà, siamo sopravvissuti

La prima settimana è passata. Domenica scorsa alle 3.30 la corsa in ospedale. Poi due giorni di ospedale e cinque a casa. Poteva andare peggio. Molto peggio. Insomma, il bilancio è più che positivo. Gli unici inconvenienti sono la sciatica di Anna (che dopo il parto invece che migliorare è peggiorata), i “problemi tecnici” per attaccare bene Giacomo al seno, con conseguenti ragadi, e un po’ di sonno in arretrato. Ma mica si può avere tutto dalla vita no??

Sciatica. Oggi sono andato in farmacia per comprare un po’ di Ibuprofene. Speriamo faccia effetto e che il dolore passi prima o poi. Alzarsi dal letto e sedersi per lei sono diventati un problema. Speravo le passasse dopo “l’espulsione” del gnappo, e invece le cose sono quasi peggiorate. “E’ un classico”, mi ha detto la farmacista.

Allattamento. Ad Anna sono venute due tette giganti. Due meloni mai visti! Roba da film hard! Ecco, peccato che per me siano al momento inutilizzabili. Sgrunt!