Un anno fa avevamo piantato nel Bosco di Fede l’albero di Massimo. Da allora, da quella prima mail che avevo ricevuto e pubblicato con il suo consenso, ci siamo scritti diverse volte. Anche se non gli rispondo mai “prontamente”, ho imparato tanto da lui, da tutto quello che mi ha scritto su come ha affrontato la malattia del suo secondogenito.
Anche lui ha due figli e il più piccolo, che ha più o meno l’età del gnappo, si è ammalato di leucemia un anno fa. Da allora hanno dovuto superare enormi prove. Ma rimanendo uniti, pur tra mille difficoltà, sono riusciti, in questo mare in tempesta, a non perdere mai lo sguardo sull’orizzonte e a non mollare mai il timone.
Dopo un anno il suo albero è cresciuto. E’ più bello e forte di prima. E crescerà ancora, così come tutti gli altri che sono stati messi nella terra e i prossimi che dovranno ancora essere piantati.
Io e Massimo siamo rimasti d’accordo così: dopo questo post, abbracciamo forte tutti i nostri figli, piccoli o grandi. O in generale le persone che amiamo.
L’idea è venuta a lui una sera, quando, ripensando a un bambino vicino di stanza di suo figlio in ospedale durante le cure, con problemi enormi, quasi insormontabili, e pensando a tutta la loro famiglia si è ritrovato a fare l’unica cosa che era in grado di fare in quel momento: abbracciare forte i suoi figli e donare quell’abbraccio come “forza simbolica” a quella famiglia nella speranza che Qualcuno lo “raccogliesse” e lo “trasformasse” in sollievo e speranza.
Mi unisco con il cuore a quell’abbraccio. E se lo faremo in tanti, sarà sicuramente efficace.