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Pensieri di un papà

L’ultimo giorno dell’asilo nido

gavettoni scuolaQuando finisce un ciclo di scuola, un po’ viene da pensare. E’ sempre un momento di passaggio. Lo si attraversa cinque volte nella vita: a tre, a sei, a undici, a quattordici e a diciannove anni. Se fila tutto liscio ovviamente.

Da oggi il gnappo è in vacanza. Ieri è stato il suo ultimo giorno di asilo nido. Cioè, voglio dire, il suo ultimo giorno all’asilo nido.

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Noi quattro

Togliere il pannolino, lo spannolinamento definitivo

gnappo dormiensE’ passato più o meno un anno e mezzo da quando abbiamo iniziato le prime prove di spannolinamento del gnappo. Vedere la data dei vecchi post mi aiuta a ricordare il tempo che passa. Il percorso è stato lungo, ma ce la stiamo facendo.

Prima di tutto devo dire che il gnappo è sempre stato bravissimo. Non ha fatto grandi storie, né quando gli abbiamo tolto il ciuccio, né quando abbiamo provato a lasciarlo senza pannolino di giorno.

Poi, più per nostra comodità che per altro, glielo abbiamo lasciato su solo quando dormiva, pisoli compresi. Prima di tutto perché lui ha il sonno pesante e non si sveglia neanche con le cannonate e poi perché non avevamo voglia di alzarci altre volte la notte per portarlo a fare pipì.

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Pensieri di un papà

Il laureato dell’asilo nido

laureaDevo ammetterlo, un po’ mi sono commosso. Strano… La lacrimuccia facile però non mi è scesa del tutto e comunque si sarebbe confusa con il sudore che mi colava sulla faccia, visto il caldo che c’era in quella piccola sala, con le tapparelle giù e cinquanta persone respiranti dentro.

Nonostante le condizioni microclimatiche proibitive, The Second in braccio (che per fortuna è stato bravo) e lo slalom tra le teste che avevo davanti per godermi la scena è stato un bel momento. E sono felice di non essermelo perso. Le emozioni, tante, ci sono state alla festa per la fine dell’asilo nido.

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Pensieri di un papà

I primi sei mesi di The Second

6 mesi bambinoGià sei mesi. Mamma mia. Non ci voglio pensare. Tempus fugit. E di brutto anche. The Second oggi compie il suo primo mezzo anno di vita. Credo dirò la stessa cosa per i suoi 18 anni. Perché so già adesso che da qui a lì c’è un soffio.

Giusto per non fare confronti con il fratello maggiore (che brutto fare confronti… e vabbé), il gnappo alla sua età era un filino più “autonomo”. Restava dritto con la schiena da solo, iniziava lo svezzamento, di notte piangeva ma non mangiava quasi più.

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Noi quattro

Pesi e contrappesi, con il gnappo che diventerà un black bloc

pesi e contrappesi“Mettere per scritto i propri pensieri significa soprattutto precisare ed esplicitare ciò che era ancora informe e perfino inconsapevole”. (Eugenio Scalfari).

E infatti dopo che ho scritto il post sul mio rapporto con The Second, la nostra relazione sta poco alla volta migliorando. Gli ho parlato da solo, mi sono scusato con lui per la mia indifferenza nei suoi confronti, ho pianto anche. Perché mi è dispiaciuto non averlo considerato nei primi cinque mesi della sua vita.

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Noi quattro

Pasqua e Pasquetta

gnappo al fiumeE anche questa Pasqua e Pasquetta, se le semo levate… Potevano andare peggio però, alla fine siamo sopravvissuti anche alla rottura (di uova) e alla colomba con i canditi.

Abbiamo fatto una due giorni dai miei, con il gnappo innamorato della zia che non ha mollato un attimo. “Ziaaa, ziaaa”, continuava a chiamarla. E lei giocava con lui e gli leggeva i fumetti dell’Uomo Ragno. Praticamente hanno passato due giorni in simbiosi. E quando siamo tornati a casa nostra, appena spenta la macchina, lui si è messo a piangere con i lacrimoni chiamando ancora la zia e dicendo “casa brutta” davanti al nostro portone.

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Noi quattro

Il ritorno degli Jedi

ritorno jediSiamo quasi a due mesi di The Second. Come sempre il tempo vola. E quando Anna emigra per 10 giorni dai suoi con i due nani, il tempo vola ancora di più. Perché poi quando tornano la domanda sorge spontanea: “E questi figli di chi sono?”.

Tutti e due infatti sono cresciuti di bestia. Il piccolo è quasi irriconoscibile, il grande ha nuove espressioni facciali. E il non vederli per un po’ di giorni fa sempre uno strano effetto. Sicuramente dà la carica per goderseli ancora di più, salvo stancarsi dopo una mezza giornata di full immersion. Ma ce la possiamo fare.

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Noi quattro

I secondi, le regole saltate e il sondino

Il malato immaginarioThe Second è un ciccione. Mangia, mangia, mangia. La tetta è la sua unica ragione di vita (su questo è in buona compagnia). E poi piange. Anzi, come dice il gnappo, “pange”. Pange, pange, pange e pange. Di giorno soprattutto. Tra una poppata e l’altra. Di notte sgrufola. Fa dei versi assurdi che il fratellone non faceva. A forza di sgrufolamenti cinghialeschi è riuscito nell’intento di svegliarmi tre quarti d’ora prima della sveglia. Poi lui ha continuato il sonno, il mio purtroppo era finito.

Mi sono accorto di una cosa. Gli stiamo dando tutti i vizi che al gnappo non abbiamo dato. Con lui all’epoca ci facevamo duemila paranoie su tutto. Non dormire nel lettone, non troppo in braccio, poppate distanziate per regolarizzarle… Con The Second tutto saltato. Facciamo un po’ alla cazzo, scusate il francesismo.

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Tre anni

rsz_gnappo_manoCaro gnappo,

    oggi compi tre anni. Stamattina quando ti ho svegliato per andare all’asilo avevi come sempre le balle girate. Ti ho cantato “tanti auguri” e poi ti ho portato sul divano per la fase di decompressione a base di abbracci. Le tue prime parole sono state una serie di no, anche piuttosto incazzosi. Un po’ ti capisco. Anche a me non piace svegliarmi la mattina. Siamo dei tiratardi.

Tre anni non sono pochi. Stai già invecchiando caro mio. Sotto al nasino, in controluce, vedo già i tuoi primi baffetti e un po’ mi fanno ridere. Ma sei bello lo stesso, anche se non sei più il nano cicciottoso di qualche anno fa. Adesso hai le manone e i piedoni e sei un bambino vero (un po’ come Pinocchio trasformato dalla Fata Turchina).

Praticamente sembri uno Hobbit. Ma sei bello, molto bello. E quelle fossette sulle guanciotte ancora da bimbo spero restino a decorare il tuo viso e renderlo ancora più simpatico di quanto non sia già.

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Noi quattro

Noi quattro

gnappo volpiC’era il sole, ma faceva freddo fuori. Quando esci dai 28 gradi che ci sono dentro a un ospedale te ne accorgi ancora di più. The Second era nato e il mio compito era di andare a prendere il gnappo all’asilo per portarlo a conoscere il suo fratellino nuovo di zecca.

Al mattino lo aveva accompagnato mio suocero. Il parto c’era già stato, ma gli avevo detto di non dirlo alle maestre. Temevo che loro gliel’avrebbero menata tutto il giorno al gnappo, sul fatto che il fratellino era nato. Mi sarebbe dispiaciuto perché non so se Momo avrebbe capito. Sapere che tuo fratello è nato e non poterlo incontrare per tutto il giorno non è bello. Così con le maestre mio suocero ha fatto il vago: “Mah, sì, forse nascerà oggi”.

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Noi quattro

Benvenuto tra noi

the secondNon sono ancora in grado di scrivere un post sensato su quello che ci è capitato in questi due giorni. Troppe emozioni, troppe cose da fare, troppa stanchezza mista ad euforia (e se sono stanco io non immagino neanche quanto possa essere stanca la mamma).

Solo tre foto.

La prima, poco dopo l’uscita di The Second.

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Abitudine, quando si tengono i posti dell’andata

cambiamentoIl gnappo è abitudinario. Anch’io sono abitudinario. Noi abbiamo le nostre fisse, le nostre piccole zone confort. L’abitudine ci piace, ci dà certezza. Il gnappo in questo è la mia fotocopia. O io sono la sua. Dipende dai punti di vista. Se il dna è partito da me per arrivare a lui, bè, in questo caso pater semper certum est.

Anna ancora si stupisce di questo nostro amore per l’abitudine. Ma io e lui siamo fatti così. Non amiamo il cambiamento. Anche se ci abituiamo, quando poi quel cambiamento, a sua volta, è diventato un’abitudine.