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Bonus bebè 2015, agevolazioni per le famiglie e la mia vita in ritardo

bonus bebè 2015
F oto da Flickr

Potrei chiedere ad Anna di fare un piccolo sforzo. Invece di dirle “spingi!” pregarla con un: “Tienilo dentro”! Almeno per un altro mesetto, giusto per non farci scappare il bonus mamme promesso da Renzi. Ma sarà inutile.

Facendo i conti, 80 euro al mese, per tre anni, sono 2.880 euro. Buttali via! Di certo non ci pago il nido di The Second, ma almeno qualche pannolino riesco a farmelo regalare dallo Stato al quale verso le tasse da ormai 12 anni.

Ma non credo che la mia dolce metà sia d’accordo. Perché The Second quando arriva arriva. A fine novembre? A inizio dicembre?  Boh. E comunque la dote di 2.880 euro ce la scordiamo.

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Allerum, Friheten, divano letto e un mare di cartoni

divano frihetenIl bello di essere uomo e di avere una moglie incinta al nono mese è che gli sforzi li devi fare da solo. Quelli fisici almeno. Tipo montare il divano nuovo. A meno che tu non voglia che lei partorisca subito e allora una brugola in mano potresti anche mettergliela, volendo.

Stiamo cambiando un po’ casa in vista dell’arrivo di The Second. Finalmente la cameretta è stata presa e il vecchio divano di Anna, quel mitico divano rosso che lei ha comprato insieme alle sue coinquiline e che ha resistito a ben quattro traslochi, è stato cambiato.

Il reduce aveva ormai dei tagli longitudinali di varie misure. Per me era un Fontana 2.0. Lui era un bell’Allerum Ikea. Che non fanno più, perché figurati se i mobili indovinati tipo l’Expedit te li lasciano in produzione…

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Il cambio di cameretta

castelloSiamo ancora in giro per mobilifici. Dopo la libreria e la nostra camera da letto è giunta l’ora di rivoluzionare la cameretta del gnappo, più fratellino in arrivo. La mia funzione è abbastanza semplice: accompagno Anna in macchina, do il mio (inutile) parere, contratto sul prezzo. Per il resto fa tutto lei, dal progetto della camera, al modello dei mobili da scegliere (di solito quelli che le piacciono sono i più costosi, ma dai…).

Per ora abbiamo visto poco, ma l’idea c’è. Innanzitutto non fare la classica “cameretta dei bambini” con aeroplanini azzurri, nuvolette e sticker vari. Neanche armadi color pastello in tinta con i letti. L’idea è scegliere un armadio grande, abbastanza neutro, sul bianco, con magari degli inserti, ma niente di troppo “puffoso”.

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La mia vita da Cenerentolo: messaggi, dieta e moto nel letto

post it ciao ciaoDa un giorno la casa è il mio regno. Casa? E chi ci torna a casa?! Devo recuperare un po’ di vita sociale trascurata in questi mesi. Era da tanto che non provavo la sensazione di uscire dal lavoro e rimanere fuori, cenare tardi, rientrare e fiondarmi subito a letto.

Però Anna e il gnappo hanno lasciato tracce della loro presenza, disseminate qua e là. Le lascio dove sono perché quando le guardo sorrido pensando ai miei due amori.

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Il mio rapporto con le pulizie e la lavatrice

togliere le macchie di sangueIn casa sono tante le cose che mi piace appaltare ad Anna. Tra queste c’è la pulizia di casa e le lavatrici. Anche se, per quieto vivere e dopo varie minacce, ogni tanto pulisco io i pavimenti, con aspirapolvere e mocio (ocio che mocio!). Diciamo che sui pavimenti facciamo fifty-fifty, mentre su pulizia del bagno e spolveraggi vari lascio fare a lei. Ci sono anche la cucina (lì in teoria pulisce chi sporca) e i vetri. Vetri? Ah sì, quelle lastre trasparenti tutte a macchiate dalla pioggia e dallo smog fuori e dalla bava e dalle manate del gnappo dentro. Ehm…

Comunque la pigrizia prende il sopravvento su di me e con la scusa che “non lo so fare bene come lo fai tu”, il più delle volte svicolo tutto a mancina e sfuggo alle incombenze domestiche. L’unica cosa che mi piace non mi dispiace fare è lavare i piatti. Nonostante abbia letto una ricerca in cui si spiegava che se l’uomo lava i piatti fa meno sesso. Ma tanto ormai…

Una delle cose che ho disimparato a fare invece è la lavatrice. Quando vivevo con i miei coinquilini per forza di cose dovevo lavarmi i vestiti da solo. Lì il bello era la divisione delle calze quando facevamo una lavatrice comune. Ora ne ho una buona quantità di spaiate, una blu e una nera di un tipo, una nera e una blu di  un altro. E loro, immagino, altrettanto.

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Ancora in giro, stavolta per letti e armadi

armadiSiamo in pieno delirio da arredamento. Perché dopo la ristrutturazione, dopo il trasloco dei giocattoli del gnappo e della libreria nuova non possiamo stare fermi. Eh no! Anna adesso vuole cambiare la camera da letto.

Devo dire che abbiamo aspettato abbastanza. Del letto cigolante anti-sesso (regalatoci da mia madre, per la cronaca) ne ho le scatole piene anch’io. E poi ci sono gli armadi. Quelli che hanno fatto il trasloco con noi, due Pax Ardal dell’Ikea, ormai sono sbombati. E poi sono in due camere diverse. Il mio, ovviamente è in camera del gnappo. Così tutte le volte che mi devo vestire devo andare da lui, tentando di non svegliarlo con tecniche ninja la mattina presto. Anna invece si cambia comodamente in camera nostra. E quando si sveglia prima di me, tra apri e chiudi ante e cassetti, mi sveglia dal (poc) sonno del giusto.

Siamo alla ricerca quindi di: letto, armadio, comodini. E nei week end, giusto per riposarci un po’, stiamo riprendendo le già note spedizioni.

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La riunione di condominio

fantozzi riunione di condominioRiunione di condominio. Una delle gioie più grandi, da quando ho comprato sono indebitato per la casa. Uno spettacolo. Meglio che andare al cinema. Beghe tra vicini, tutti contro tutti: quello che sbatte i tappeti, chi non chiude mai il portone, il vano ascensori da sistemare, e le spese che, non si sa come, anno dopo anno, continuano ad aumentare. Misteri degli amministratori.

Io sono uno degli ultimi arrivati nel palazzo, quindi non ho molta voce in capitolo. C’è gente che abita lì da 30 anni. Tra una cinquantina di proprietari di casa alla riunione eravamo solo in 15. Alla faccia della partecipazione. Poi uno si chiede perché a votare alle elezioni va sempre meno gente. Basta guardare in quanti sono alla riunione di condominio. E si da una risposta.

Il tema del riscaldamento è stato quello che ha più scaldato gli animi. Per l’appunto. L’anno scorso abbiamo installato i ripartitori di calore sui termosifoni. Così giusto per ottimizzare i consumi, visto che prima, d’inverno, avevamo un clima tropicale in casa e dovevamo aprire le finestre. Alla faccia del buco dell’ozono.

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Il trasloco dei giocattoli

trasloco giocattoli sparsi per casaOggi abbiamo fatto un mini trasloco. Abbiamo portato tutti i giochi del gnappo che erano in sala in camera sua, al posto dei libri e dei faldoni vari. Da quando abbiamo cambiato casa infatti, quasi tutti i giocattoli li abbiamo messi sul Billy che abbiamo in sala, alcuni nelle scatole, altri sugli scaffali. Altri nella cameretta, ma pochi. E’ in sala che il gnappo gioca di più. Alla mattina e alla sera. Prima, dopo e durante i pasti. L’idea di spostarli è venuta alla mia dolce metà: “Che ne dici se portiamo tutti i suoi giochi in camera sua? Così almeno si distrae meno quando mangia…”. “Ok, vedi tu”, le ho risposto. Mi sembrava una buona idea.

Sì perché il nano, mentre mangia fa finta di mangiare, indica sempre i suoi giochi. E finché non gli dai quello che vuole rompe le scatole e non apre la bocca. E noi, visto che ancora non parla, dobbiamo indovinare che giocattolo vuole. E non è facile. Di solito vuole le macchinine. Poi gliele diamo, lui ci illude buttando giù qualche cucchiaio e poi ricomincia a indicare i giochi. A caso. E via così. Non è contento finché non ha quello che vuole lui.

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Infiltrazioni

infiltrazioneAbbiamo di nuovo i muratori in casa. Perché è arrivata l’infiltrazione. La classica infiltrazione. Quella che arriva dall’alto e va a rompere le scatole anche ai vicini del piano di sotto. E, tra l’altro, più o meno nello stesso posto deve c’era stata un’altra infiltrazione, l’anno scorso. Quella volta perché gli sveglioni dei muratori, che avevano sistemato il tetto, lasciarono aperto un buco all’altezza della canna fumaria nel week end. Caso ha voluto che quella domenica arrivasse l’uragano e l’acqua riuscì ad arrivare attraverso i muri in ben sei appartamenti, compreso il nostro. Che culo.

Allora era bastato chiudere il buco sul tetto e far asciugare il muro. Era venuto il perito dell’assicurazione del condominio, aveva quantificati i danni, il bonifico arrivò con tempi biblici, ma tutto andò a posto. E il nostro muro fu ritinteggiato da mio suocero. Ma quello stesso muro, dopo alcuni mesi, era sempre bagnato. “Mah, non si sarà asciugato”, pensavamo noi. Allora abbiamo aspettato un po’. Ma quella parete non ne voleva proprio sapere. Anzi, iniziò a fare un muschietto bianco. Artistico quasi. Poi siamo andati in vacanza, senza preoccuparci troppo. Al nostro ritorno (mio a dir la verità, Anna era ancora dai suoi col gnappo), una sera mi suona alla porta la vicina del piano di sotto, davanti alla quale io abbasso sempre lo sguardo per la vergogna di tutto il casino che fa il nano, buttando per terra la roba.

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Graffiti nella cameretta

graffito cameretta muroIn casa abbiamo un nuovo graffito rupestre. Lo ha fatto il gnappo per personalizzare un po’ la sua camera. A dir la verità non era voluto. Anna era sulla scrivania a lavorare con una sua collega. Nel mentre il nanetto gironzolava intorno. Io non ero a casa. A un certo punto lui si mette sotto la scrivania. E, chissà dove, trova una matita. Nel mentre, le due donne, a capofitto con la testa nel computer, non si accorgono di nulla. E lui, il graffitaro, se ne sta zitto zitto sotto le loro gambe a completare la sua opera.

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Come (non) arredare la cameretta del bambino

sticker cameretta bambiniOgni tanto, casualmente, mi capita di imbattermi nelle foto su Facebook di amici, parenti e conoscenti con figli. Le classiche foto che si fanno quando si hanno figli, tipo: le manine, i piedini, le scarpine, le faccette buffe… E fin qui nessun problema. Le guardo, magari metto un “mi piace”, e passo oltre. Poi ci sono le foto delle camerette, magari appena sistemate e dipinte di fresco, per accogliere i nanetti poco prima che nascano. Camerette da sogno, con già i pupazzi, gli adesivi di orsetti, pinguinetti, fiorellini sulle pareti, lettini sistemati alla perfezione. E qui vado in paranoia. Perché se penso a come abbiamo allestito noi la camera del gnappo mi sento un papà degenere.

Prima che il nostro pupo arrivasse ci siamo fatti i vari giri per il corredo. Siamo andati a prendere il tris (culla, ovetto, passeggino) e il lettino con materasso e cuscino antisoffoco. A dire il vero al lettino ci hanno pensato Anna con i miei suoceri, andandolo a comprare un sabato pomeriggio. Io probabilmente mi ero dato latitante. Strano! E tutto è rimasto nella scatola poco prima che il gnappo nascesse. Mia suocera, inorridita e in ansia, fece giuste pressioni su sua figlia perché dicesse a me di montare al più presto la culla. Rischiavamo di tornare a casa in tre con tutto ancora negli scatoloni. Al lettino invece ha pensato il mitico Geppetto (aka mio suocero). Quando Anna era ancora in ospedale l’unica cosa che sono andato a comprare io erano le “alzatine” del suo materasso per non doverci chinare troppo.

All’epoca eravamo ancora nella casa vecchia. Quindi la cameretta per lui non c’era. Avrebbe dormito in camera nostra, che sarebbe stata la sua per almeno sei mesi, fino al trasloco nella nuova casa. Tra l’altro, nei primi mesi, il lettino non l’abbiamo usato tanto. Trovavamo più comodo farlo dormire nella culla anche di notte, così Anna non doveva mettere piede giù dal letto (allora aveva anche la sciatica che la tormentava) e così siamo andati avanti per un po’.

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Post trasloco 2, lo scambio di identità

I postumi del trasloco dureranno ancora per qualche tempo. Anche se devo dire che ormai siamo a buon punto. Fondamentale è stato l’aiuto dei suoceri, l’ho già detto. E di mio padre che ha dato una mano a rimbiancare la casa vecchia oltre a portarci gli scatoloni vuoti da riempire.

Certo, è stata una settimana intensa, ma alla fine, posso dire che ce l’abbiamo fatta. Ma non lo dico troppo forte, non si sa mai. Anna aveva abbastanza i nervi a fior di pelle e sono stato cazziato diverse volte. Ogni tanto anche davanti ai suoi e la cosa un po’ mi ha dato fastidio. Poi, passata la fase acuta del trasloco, è tornato il sereno. Ma la cosa che mi fa più incazzare di tutte e quando mi chiama per nome.