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Noi quattro

Le mamme non si possono ammalare

parlamentoIl parlamento dovrebbe varare una nuova legge: abolire il diritto delle mamme ad ammalarsi. Le mamme non si possano ammalare, hanno il dovere di stare sempre bene.

Lo dico perché Anna si è presa l’influenza con febbre alta. Il gnappo pure. The Second ha la tosse. E io anche. Ma noi due almeno senza febbre. Panico totale.

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Io lei e l'altro

La tortura cinese

bastardidentro-logo-thumbIeri siamo andati dal pediatra. Quello “privato” ovviamente, perché riuscire a beccare l’altra, quella della mutua, è come vincere al Superenalotto. Ce lo ha indicato un’amica di Anna che porta lì sua figlia. Anche stavolta, senza volerlo, abbiamo ottimizzato: dovevamo portare comunque il gnappo da lui a fare un controllo per la crescita, ma visto che sabato notte gli era venuta un po’ di febbre (con relativa tosse) ne abbiamo approfittato per fargli il tagliando completo. Responso: niente catarro nei bronchi, la febbre gli era passata già domenica, solo un po’ di gola arrossata, via di Nurofen per qualche giorno e incrociamo le dita.

Questo pediatra ha più o meno 126 anni. Ha uno studio-casa molto bello, in un palazzo d’epoca. Quando vai là nella sala d’aspetto non c’è mai nessuno e l’attesa non va mai oltre i 10 minuti. Un sogno. Considerando quanto di solito prendono i pediatri privati per una visita, che lui è quasi sempre reperibile, direi che 40 euro a botta, sono una cifra abbastanza onesta per un superprimarioemerito (Gran Mascalzon., Lup. Man., Pezz. di Merd. Gran Farabutt, di Gran Croc). A differenza dell’altra pediatra (quella con la gioia interiore) che è della scuola “non dategli niente, se ha la tosse passerà”, questo è invece più interventista. Della serie: “Se ha la tosse dategli sei gocce. Sulle istruzione c’è scritto di meno, ma voi non preoccupatevi”. La medicina non è una scienza esatta a quanto ho capito. Ognuno c’ha la sua ricetta.

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Io lei e l'altro

Dopo il matrimonio una notte movimentata

snoopy_sonnoSono monotematico lo so, ma ho sonno. Tanto sonno. E condividere il mio sonno mi fa stare meglio. Il week end è stato intenso. Domenica c’è stato il matrimonio di un’amica di Anna sulle colline pavesi. Molliamo il gnappo ai nonni, andando da loro la notte prima, e lui, per ripicca, si fa venire la febbre. Tosse a manetta. Così, due zombie tutti agghindati a festa si aggiravano tra gli altri invitati alle nozze. Arriviamo a casa tardi, dopo mezzanotte, nonostante il matrimonio fosse a mezzogiorno. Una bella tirata. Al gnappo però per fortuna, grazia a supposte e sciroppo, la febbre sembra essere passata.

Torniamo a prenderlo e lui, che è stato bravo tutto il giorno con i miei, ci fa dei gran sorrisoni e sprizza gioia da tutti i pori. E’ bellissimo tornare a riprenderlo e vederlo così contento. Al ritorno si è addormentato in macchina, per risparmiare tempo e fatica gli avevamo già messo il pigiama, così quando siamo entrati in casa lo abbiamo piazzato subito nel lettino. Già mi pregustavo quelle sette ore di sonno tanto atteso, quando arriva il primo risveglio, giusto giusto quando ero lì lì per addormentarmi. Un classico.

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Tagliamoci le vene

Il mio primo post a quattro mani (e due piedi)

Febbren NNNNSto facendo un esperimento. Sto provando as scrivere  un post col gnappo in braccio che smanetta sulla tas tiera addiri ttura abbbbbb gggn                                          adesso, non contento di imitarmi schiacciando tasti a casonnnnnnnnnnn ,jh  g, h h. Ehm, scusate. Dicevouuuuuuuu b , non contento di sc hggggggggg hiac0ciare tast0i 0a 0caso con le m ani ,sta mettenv dnon v                                 bbabncbheb    i piedi sulla tastiera.

Siamo ac jvahjb a casa dei nonni. Anna dfy dovrebbe andare a un addio al nubilato di u nasua  amic a in un agriturismo per il week end.  bcbv b  che forse salterà, perché per l’occasione il gnappo  mh ovviamente si è fatto venire la febbre. Così domani dovrà decidere se raggiungerci kl.iijò e paccare n nnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnn le sue amiche oppure andare. Dipende da come passerà la notte. Con 38.7 di febbre la vedo dura.

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Io lei e l'altro

Un giro al pronto soccorso

SuppostoneIo sono uno abbastanza ipocondriaco. In generale. Ho anche un po’ la sindrome del medico mancato. Nel senso che mi piace fare diagnosi, leggere tutti i bugiardini dei medicinali, cercare la terapia di automedicazione migliore. Per il gnappo però cerchiamo di seguire scrupolosamente le indicazioni del pediatra. Anche se a volte, con un po’ troppa fiducia e una voglia irrefrenabile di rispedirlo all’asilo, rischiamo l’effetto ricaduta.

E così è andata la settimana scorsa. Febbre, sciroppo. Passano tre giorni. La febbre non passa. Antibiotico. La febbre passa. Due giorni in casa senza febbre. Si torna all’asilo. La febbre ritorna. Li mortacci sua. E più forte di prima. L’antibiotico non funziona più. La tachipirina neanche. Il pediatra dice che più di antibiotico e tachipirina nun se po’ fa. Sabato mattina, dopo due notti insonni, c’ha 39.7. Minkia. Gnappo steso piangente che manco riesce ad alzarsi. Che si fa?  Vabè, portiamolo in ospedale. Ultima spiaggia.

E così, dopo aver cercato di sciogliere il dilemma senza soluzioni, dopo l’ennesima supposta infilata tra le chiappine bollenti, andiamo al pronto soccorso del Buzzi. Sappiamo che sarebbe meglio andarci solo per cose veramente gravi, ma, non funzionando più le medicine, ormai sfiniti, non abbiamo trovato altra strada. Fuori diluviava. C’era una specie di monsone. Ma per fortuna riusciamo ad arrivare tra i primi. Ed erano le dieci, mica le sette. Subito dopo di noi, la sala d’attesa si riempie di bambini più o meno malati. Eh sì perché cosa si può fare il sabato mattina? O la spesa, o un giro al mercato, magari andare a vedere una mostra, lavare la macchina, oppure portare tuo figlio al pronto soccorso.

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Pensieri di un papà

Il Fuorisalone per i bambini

manichini salone del mobileA Milano è tempo di Fuorisalone. Gente in giro, giovani e meno giovani con gli occhialoni dalla enorme montatura nera, caschetti modellati da Aldo Coppola, hipster, Napster, pantaloni attillati e All Star con le borchie, una selva di iPhone e iPad pronti a immortalare il tuo profilo peggiore da mettere su Istagram alla velocità dei neutrini. E poi un sacco di traffico in giro, ma anche una città più viva, con locali aperti, performance in strada, eventi un po’ ovunque.

Ieri sera con un gruppo di amici mi sono tuffato così, senza meta, sotto una pioggerellina rompicoglioni, tra le vie del centro alla ricerca di un po’ di cibo e vino a scrocco. Sì perché alla fine, al di là del design e delle tendenze fuffa, il Fuorisalone è anche quello. Girovagare dove c’è gente, imbucarsi da qualche parte e perché no, portare a casa l’aperitivo o la cena senza tirar fuori un euro.

Per chi non avesse le idee chiare sulla distinzione Salone-Fuorisalone, ecco un breve resumé: una settimana all’anno a Milano c’è il Salone del Mobile. Che si svolge alla fiera di Rho-Pero. Nel nulla praticamente. Quello è il vero salone, quello ufficiale, dove trovare le ultime creazioni di designer tipo Philippe Starck o Jean Nouvel, gente che col marketing e le buone intuizioni s’è fatta i milioni. Chapeau. E poi c’è il Salone Satellite, una specie di Salon des refusés contemporaneo dove i giovani designer, quelli non famosi per intenderci, espongono le loro creazioni. Dicono sia interessante, peccato che io non ci sia mai andato, né al SdM né al Ss (abbreviazione infelice, pardon). Sono stato invece un paio di volte al Fuorisalone che è praticamente quell’ “evento diffuso” (questa devo averla sentita da Anna) con una miriade di inaugurazioni, presentazioni, concerti, happening ecc., sparsi per la città.

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Io lei e l'altro

Ma le famose cene con gli amici?

StargateI due trasfertisti sono tornati all’ovile. Il gnappo è cresciuto. Dai nonni ha mangiato, si è divertito, si è allenato per camminare e ha fatto divertire tutti. Di notte non ha fatto dormire nessuno. Soliti risvegli, ormai ci siamo abituati, anche se io, in sei giorni, mi sono facilmente disabituato e adesso tornare a vagare per la casa in piena notte stile zombie sarà dura.

Nel frattempo, visto che abbiamo un numero imprecisato di cene con amici in arretrato ho organizzato una full immersion di visite. Stasera due miei amici da noi per una pizza, sabato noi tre da altri due amici per cena, domenica una mia amica con figlio 5enne da noi. Sono talmente tante le cene da recuperare che questa full immersion nel week end era necessaria.

Dico era, perché il gnappo ha la febbre. Trentotto e otto (38.8). E io cosa devo fare se non tirare craniate contro il muro? Praticare esercizi yoga visti alla tv? Raparmi a zero e trasformarmi in monaco tibetano con tanto di fetta d’arancia in testa, tipo quelli di una vecchia pubblicità delle Halls Mentoliptus? Mettermi a fare le parole crociate? Andare ad acquagym per dimenticare?

L’ultima febbre era arrivata dopo che io e Anna eravamo andati a Firenze, quando era stato un paio di giorni dai nonni. La storia si ripete in quest’ordine: nonni-ritornoacasa-febbre. Quando si fa un mese d’asilo ininterrotto, con neve, freddo, bufera, niente. Sano come un pesce. I suoi compagni d’asilo saranno peggio degli untori di manzoniana memoria, ma i suoi anticorpi se ne fanno un baffo. Gli fanno un mazzo tanto.

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Io lei e l'altro

L’antibiotico che funziona da sonnifero

amoxicillinaDopo una settimana di notti insonni con il gnappo febbricitante siamo usciti dal tunnel grazie all’Amoxicillina, l’antibiotico che gli ha prescritto il medico dell’ospedale. Perché andare all’ospedale per una semplice febbre? Perché la nostra pediatra è latitante. L’abbiamo chiamata giovedì e la segretaria ci ha detto che era a un convengo. E non ci ha neanche dirottato sulla sostituta. Quindi, per evitare di aspettare un altro giorno con la febbre a 38.7, presi un po’ dallo sfinimento, lo abbiamo portato al pronto soccorso.

Si è scoperto che aveva catarro ovunque, anche nelle orecchie. E abbiamo ricominciato il giro di aerosol più antibiotico (per 10 giorni 3 volte al giorno). Con un effetto collaterale imprevisto che però ci sta piacendo un casino: il nano si sta facendo 12 ore di sonno notturno senza risvegli più un pisolino al pomeriggio di 3 ore. Il che, anche per noi, dopo notti da incubo con colpi di tosse ogni quarto d’ora e un cambio di pannolino alle 5 del mattino per colpa dello squaràus, è un vero e proprio toccasana.

Adesso lo teniamo un po’ a casa prima di rimandarlo all’asilo. Sulla questione io e Anna ci abbiamo pure litigato. Io lo volevo mandare già oggi dopo due giorni senza febbre, lei invece lo vuole tenere a casa fino a mercoledì. Dopo lo scazzo per fortuna è tornato il sereno.

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Io lei e l'altro

Ho voglia di estate

girasoliHo voglia di estate. Ma proprio tanta. Ho voglia di mettermi i mocassini leggeri, le polo a maniche corte, di sudare sotto il sole. Ho anche voglia dell’asfalto bollente dei marciapiedi di Milano che si disfa sotto le scarpe o i cavalletti degli scooter. Invece siamo ancora in pieno inverno e arriverà pure la neve, dicono. Per la terza volta, così, giusto per incasinare un po’ gli spostamenti.

Ho voglia di estate anche perché il gnappo si ammala meno col caldo. Infatti, dopo il week end dai nonni, gli è tornata la febbre. Ci sta, per carità. Non posso lamentarmi dei suoi anticorpi finora visto che sembra abbastanza resistente. Ci siamo ammalati in un anno più lui di noi per la cronaca. Ma per me  che non ho pazienza è uno strazio. Quando sta male è insofferente e lagnoso e riesce a giocare solo quando la tachipirina fa il suo effetto. Amore. Ma il peggio è la notte. Quando la febbre gli si alza e il muco che di giorno scende a cascata dal nasino gli va in gola e lo fa tossire come una vecchia carretta.

Così è da due notti che lo facciamo dormire con noi nel lettone. Dormire… sì, insomma, forse è più corretto dire “vari tentativi” per farlo dormire. La tosse non lo molla, si arrabbia e piange. E anche stanotte non si è chiuso occhio. Ho provato con lo sciroppo di lumaca, ma con la tosse non funziona tanto. Allora ho provato con il vecchio rimedio della nonna, latte caldo e miele. Ci ha messo un bel po’ per calmarsi. Più o meno verso le 5.15. La mia sveglia era alle 7.

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Febbre, mal di gola e un tampone in vista: si riparte

streptococcoArieccoci. Altro giro altro regalo. Dopo l’influenza mia, quella di Anna, un altro paio di giorni con febbre e mal di gola miei e la febbre del gnappo prima di Capodanno, ricominciamo. Stavolta ritocca ad Anna. Che da un paio di giorni ha un mega mal di gola, febbre che balla sotto i 38, e la lingua con dei puntini rossi in fondo. Ahia.

Domani andiamo subito a fare un tampone faringeo. Sperando non sia il temibilissimo streptococco. Il che vorrebbe dire che, oltre a farsi lei il terzo ciclo di antibiotici nel giro di un paio di mesi, dovremmo farci pure noi il tampone e far metterla un po’ “in quarantena” per evitare che ce l’attacchi (se già non l’ha fatto).

Perfetto, niente panico. Passerà anche questa. Le cose gravi sono altre. Però che nervi. Mmmmm. Che giramento di balle. Sia sue che mie (più sue che, povera, deve rimanere ancora ferma con il lavoro nonostante abbia duemila cose da fare). Oggi era nervosissima. E la capisco pure. Che sfiga.

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Io lei e l'altro

Antibiotici, terme in regalo, capodanno, befana

2012 2013Io tendenzialmente non sono favorevole agli antibiotici. Anche se sono uno che è cresciuto a pane e antibiotici, manco fossi  uno di quei polli in batteria allevati senza scrupoli. No, perché, è facile guarire con gli antibiotici. Quelli fanno piazza pulita. Ma magari, molte volte non servono, basta che l’influenza o quello che è faccia il suo corso.

Oi, non sono un medico, quindi non ho voce in capitolo. Quello che so di medicina è solo esperienza personale e cose sentite in giro. Sta di fatto che in questo mese la mia famiglia ha contribuito in maniera notevole a far arricchire i produttori di antibiotici. Prima Anna per un’herpes agli occhi. Poi io per l’influenza. Poi lei per l’influenza che le ho attaccato io. E infine il gnappo che si è beccato un febbrone con mega catarrone dopo Natale.

Il medico del pronto soccorso che lo ha visitato ha detto. Aspettate un paio di giorni e poi, se la febbre non passa, dategli l’antibiotico. Mia zia, che è pediatra (quella che mi ha cresciuto a pane e antibiotici) sentenzia: dateglielo subito. Ma dai!

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Io lei e l'altro

Le nostre prossime vacanze alle terme

terme abanoSono sempre stato contrari ai discorsi di fine anno tipo: “Speriamo che l’anno prossimo sia migliore di questo”, “speriamo che quest’anno finisca presto” ecc. Ogni anno è uguale e diverso dall’altro, la vita va avanti, succedono cose belle e brutte, e il fatto che sia il 2013 al posto del 2012 o il 2027 al posto del 2072 non cambia nulla.

No, lo dico così, giusto perché, per concludere degnamente l’anno, io e la mia dolce metà avevamo deciso di regalarci un paio di giorni da soli alle terme di Abano, appaltando il pupo ai nonni. Così, giusto per tornare a farci un po’ i fatti nostri, per utilizzare quei giorni liberi dal lavoro che sono arrivati “per grazia ricevuta” per spendere un po’ di soldi dopo un anno di risparmi, per staccare un attimo dalla routine, per riposarci e recuperare un po’ di salute dopo aver passato tre influenze in due nelle ultime settimane e, perché no, anche per concludere l’anno in bellezza.

Potevamo farcela? Ovviamente no, visto che uno “spettro della febbre” si aggira per la casa. E questa volta ha beccato il gnappo. Che, povero, adesso ha 39.3 di febbre, un sacco di muco e la voce a zero. A Natale stava bene. Poi è andato dai miei suoceri con Anna. Ieri sera aveva 37.5. E stanotte gli si è alzata di brutto. Oggi, visto che il nostro pediatra è lontano, lo hanno portato dalla guardia medica. Eh niente, aerosol a manetta, sciroppo di escargot e tachipirina, sperando che gli passi. Se invece rimane alta, si va di antibiotico. Il suo primo antibiotico.